Prima Domenica di Avvento2020-11-12T14:45:25+00:00

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Prima Domenica di Avvento

1-Domenica

Il viaggio di Akim

Un tempo lontano lontano, in una città del deserto, chiamata Ajeco, viveva un bambino di nome Akim. Il suo papà era cieco, rimasto così dopo aver perso la vista a causa di un’esplosione di una bomba.

Akim lo aiutava nei piccoli gesti quotidiani della vita. Akim viveva isolato da tutti, in condizioni di miseria, perché la sua casa si trovava in una città povera e per la legge di quel luogo, suo padre non poteva nemmeno lavorare, perché poteva farlo solo chi stava bene ed era perfettamente in salute. Akim non poteva andare a scuola, perché in quella città nessuno andava a scuola. Non sapeva leggere, né scrivere e non
aveva amici.

Purtroppo da anni c’era la guerra e non si poteva giocare nelle strade, perché era molto pericoloso. Anche gli altri bambini della città vivevano come lui, in condizioni difficili e di solitudine.

Akim era triste, sognava una vita diversa ma non sapeva se in un altro paese si viveva meglio. Non era nemmeno sicuro che esistessero altri paesi, forse sì. Un giorno suo padre morì e per Akim fu un dolore grande. Pianse per interi giorni e intere notti. In una delle notti però, uscì di casa e camminò per le vie deserte della sua città. Si sentivano solo rumori di spari, bombe e carri armati. Era quella la normalità di Ajeco, quella normalità che nessuno poteva più cambiare.

Dentro il cuore di Akim c’era però la voglia di scappare per trovare una vita migliore, e così, dopo l’ennesima mina scoppiata proprio a pochi metri da lui, cominciò a correre lungo quelle vie dissestate e sconosciute (a) . Corse più che poteva per tutta la città, cambiando direzione continuamente, finchè non scelse a caso una direzione diversa che lo portò fuori da Ajeco.  Dopo due giorni di cammino, giunto al confine, si trovò sulla riva di un fiume che segnava proprio il confine con un’altra città.

Aveva sentito parlare dal padre di quella città chiamata Gerusalemme. Ma prima di continuare il suo cammino si fermò a darsi una rinfrescata nel fiume. Lì vicino c’era un fusto d’albero con i rami tutti aggrovigliati e spogli, uno dei pochi rimasto incolume dai bombardamenti. Akim si sedette per terra, ai bordi della via, con le spalle appoggiate al tronco e dopo poco si addormentò. La sua mente lo portò in alto, quasi a toccare il cielo e da lassù gli parve di vedere la luce e il volto sorridente di suo padre.

Sognò la sua città, cambiata: niente più guerra, vie polverose e bombe, ma una città come l’aveva desiderata lui. Sognò che andava a scuola, giocava con gli amici ed era felice. Si accorse che quel volto, forse, gli stava accarezzando il viso e udì una voce che gli diceva: “Sveglia Akim, svegliati e scappa, presto!”. (b)

(a) Dal libro del profeta Isaia: Is 63, 16-17

(b) Dal Vangelo secondo Marco: Mc 13, 35-37

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