Ed ecco, finalmente la stella sembrò arrestarsi e giunsero alla capanna, spontaneamente si inginocchiarono tutti di fronte al bambino Gesù. I loro cuori erano pieni di stupore ed emozione. (j) Maathan e l’uomo paralizzato avrebbero voluto raccontargli tutti i loro problemi, le loro sofferenze e povertà. Akim avrebbe voluto abbracciare quel bambino povero come lui e raccontargli della sua vita di bambino rimasto orfano di padre, del suo paese dilaniato dalla guerra, della sua gente che aveva perso tutto, e infine del suo sogno di un mondo migliore.

Ma soltanto alla vista del bambino Gesù, Akim si emozionò e il suo cuore fu come nuovo. Era come se Gesù gli stesse parlando, sentì parole nuove nel suo cuore. Capì che il mondo che stava cercando forse più di tanto non serviva. Quel mondo migliore, quella città senza guerra, quella ricerca continua delle ricchezze e dei lussi non erano così importanti nella vita. (k)

Anzi, ciò che veramente serviva era proprio cercare di cambiare nel proprio cuore, non pensare solo a sé stessi, ma volgere lo sguardo agli altri, come aveva fatto il ricco viaggiatore cedendo il posto a Maathan sul cammello, come facevano gli amici dell’uomo paralizzato. Cambiare anche restando lì nella propria terra, cercando tutte le vie possibili per rendere il mondo migliore partendo proprio da noi stessi, collegare le nostre strade alle strade degli altri, facendo sì che ci sia un’unica meta: l’Amore.

Akim lo capì e lo capirono anche i compagni di viaggio. Si salutarono e ognuno riprese il proprio viaggio verso casa, portando dentro di sé il dono più bello che Gesù poteva far loro. Il sogno di Akim non fu più quello di cercare un mondo migliore, ma il saper trovare occasioni di amore e di condivisione con gli altri. Soprattutto ad Ajeco, in mezzo alla sofferenza e alla povertà.